Il Bardello
Nel suo "Laghi e Torbiere del circondario di Varese" (1884), l'ing Quaglia così descrive l'emissario del Lago di Varese:
"Il lago di Varese ha un solo emissario, detto fiume Bardello, perché coll'incile al paese omonimo, che tortuoso percorre m. 7000, colla discesa di m. 40.854, animando i molini di Cocquio, la filatura Lualdi, i molini di Madraro, la cartiera Del Vito, lo stabilimento cotonifero Cantoni, l'altro grandioso del Baumann sotto Besozzo al lavoro delle sete, la seconda filatura Cantoni, colla pileria di riso Roncari a Scissone, la cartiera a mano coi molini a Ronché, l'altra cartiera coi molini ai Piona, trascorre con una caduta di metro 4 entro beni Quaglia-Bollini, dà moto ai Molini Nuovi, dopo altra caduta Quaglia, per ultimo la sega Passera ed i molini alla Bozza, il fiume Bardello con un corpo d'acqua calcolato nella magra di litri 1500 ogni minuto secondo, si getta nel lago Maggiore tra i territori di Bogno e di Brebbia, avendo anche trascorso fra quelli di Gavirate, di Cocquio e di Besozzo a destra e di Bardello e d'Olginasio a sinistra."
Mulino Roncari
Nel quaderno 4 - 2015 di Agenda 21 Laghi Valori Territoriali "Beni architettonici e storici di Besozzo" si legge:
"Un mulino Madrè esisteva ancora nei primi decenni del Settecento ed esiste ancora oggi come toponimo di una località nelle immediate vicinanze del Mulino Roncari. ...
La località Madrè alla soglia del Cessato catasto (1858) comprendeva diverse strutture molitorie costruite a cavallo del fiume. Il fiume segnava il confine tra due diverse località (Besozzo e Cocquio) così che quello che oggi conosciamo come Mulino Roncari si trovava un tempo in territorio di Cocquio, mentre dall'altra parte del fiume si trovava il mulino di "Roncari Felice e Gaetano F.lli. fu Carlo e Roncari Carlo e Giuseppe fu Domenico", la proprietà comprendeva anche un forno. I due mulini e le abitazioni anche se divisi da un confine condividevano lo stesso cortile e la stessa strada d'accesso.
Il 26 Aprile 1929 un decreto stabiliva il distaccamento della località Madrè dal comune di Cocquio Trevisago e l'unione a quello di Besozzo..
"Il Mulino, attualmente di proprietà della famiglia Roncari, una fra le famiglie di mugnai che per generazioni hanno svoloto questo antico mestiere, è un edificio di modeste dimensioni su due piani con copertura a due falde inclinate con manto in coppi.
Al piano terra un unico grande stanzone ospita il mulino vero e prorpio, attualmente in disuso e utilizzato come deposito, conserva molti degli antichi macchinari. le due grandi macine con tramogge e buratti, la gru per solllevare le macine per la periodica manutenzione e altri strumenti.
Una scala eseterna permette l'accesso al piano superiore doce troviamo due locali un tempo utilizzati come deposito o abitazione. All'esterno è conservato tutto il sistema di chiuse, la roggia di derivazione per convogliare l'acqua, il ponte pedonale e la grande ruota in ferro con palette ricurve.
Non si hanno notizie certe sulla data di costruzione del mulino ma dalle informazioni tratte dai documenti del catasto è possibile affermare che il mulino esisteva già nel Settecento. Nelle tavole censuarie del catasto Teresiano, relative al territorio di Cocquio, il Mulino Roncari era censito come "casa di proprio uso con resiga e orto" di proprietà del Seminario di Milano dato a livello a Roncari Francesco. Alla soglia storica del Cessto catasto alla località Cassina Mdrè, il Mulino è censito come " sega da legnami ad acqua" di proprietà dei Seminario Maggiore di Milano e dato a livello ai fratelli Felice e Gaetano Roncari.
Non sappiamo quando ci fu la conversione da segheria a mulino da grano come lo vediamo oggi ma è probabile che le due attività abbiano convissuto all'interno dello stesso edificio."
Mulino Mendozza
Nel quaderno 4 - 2015 di Agenda 21 Laghi Valori Territoriali "Beni architettonici e storici di Besozzo" si legge:
"Il mulino Mendozza si trova a Cardana Inferiore lungo la roggia di derivazione del torrente Monvallina che segna il confine tra il comune di Monvalle e quello di Besozzo. ... Il Mulino compare per la prima volta nel Cessato catasto (1858). Si tratta di una cascina costituita da più unità immobiliari che comprendono anche il mulino.
L'edificio che ospita il mulino e le cascine sono sempre appartenute alla famiglia Mendozza, tanto che nei documenti e nelle mappe il mulino viene indicato come 'Mulino Mendozza'. Sull'edificio in corrispondenza di un balcone si trova la data 1845 che starebbe a indicare la data di costruzione del mulino.
Verso la fine dell'Ottocento, a seguito della crisi del settore della macinazione, dovuta all'introduzione della tassa sul macinato, ... nel 1882 la famiglia Mendozza convertì la propria attività aprendo un negozio di salumeria e rivendita di carne. In seguito anche questa attività fu abbandonata e lentamente gli edifici andarono in disuso.